La Repubblica Palermo – 11 gennaio 2020
Movida selvaggia, anzitutto i controlli
Francesco Palazzo
La Ztl notturna c’è in altre città,
così come ci sono comunità che di sera la sospendono. Magari a Palermo ci
potevamo evitare annunci e retromarce che hanno creato il minimo di
cambiamento, anzi sinora nessuno, e il massimo di malcontento, come ha scritto giovedì
scorso su Repubblica Palermo Fabrizio Lentini. Limitare l’uso dei
mezzi privati è un modo di gestire una grande metropoli del tutto
condivisibile. L’aria che respiriamo, la salute, le strade, i monumenti non
possono che guadagnarci. Così come dovrebbe essere conseguente dare a tutti i
cittadini, sia che stiano in zona Libertà, sia che abitino alla Bandita, la
possibilità di muoversi senza dovere ricorrere al proprio manufatto di latta.
Va detto perché tutte le discussioni su Palermo sembrano riguardare solo un
piccolo quadrilatero. Il resto rimane fuori, lontano, sbiadito, quasi
inesistente. Nello specifico della Zona a traffico limitato serale e notturna i
punti di confronto ci sembrano due. Prima questione. Si può affrontare la
"movida selvaggia", che mette insieme i vizi, il non rispetto delle
norme di alcuni locali, abusivi o autorizzati, e quelli dei palermitani
incivili, con un rimedio che attiene alla mobilità? Secondo punto. Queste
modalità "selvagge" di comportamento sono esclusive dei luoghi della
movida, oppure tali modi di essere sono la risultante aberrante di prassi che
riguardano tutta la città e gran parte dei palermitani? Se la "movida
selvaggia", che rende la vita difficile ai residenti che non riescono a
dormire o addirittura a uscire e a rientrare nelle proprie abitazioni, è una
questione di ordine pubblico, deve essere affrontata con il controllo costante
del territorio. Perché chi non può riposare di notte, o non riesce a prelevare
l’auto dal garage, non aggiunge nulla alla propria qualità della vita se a
porre in essere comportamenti assurdi è chi ha pagato l’ingresso notturno
nel recinto della Ztl. Una cosa è la mobilità, ed è giusto indirizzare le
nostre vite, dando però alternative vere e agibili, al centro come in periferia,
verso l’utilizzo dei mezzi pubblici. Un’altra la sorveglianza da parte delle
forze dell’ordine chiamate a verificare chi rispetta le regole e chi no. Confondere
i due livelli porta confusione e rischia di non risolvere né i problemi della
mobilità né quelli della movida. Che ci introduce all’altro punto della
riflessione. La chiamiamo "selvaggia", ma dobbiamo riflettere su un
aspetto fondamentale che ci sta dietro. Non è che il palermitano diventi
"selvaggio" nell’utilizzo della propria libertà territoriale soltanto
di sera. L’indecente, invadente e rumoroso panormosauro notturno non è molto
diverso da quello diurno. Per gli esempi non abbiamo che l’imbarazzo della
scelta. Se fai notare criticamente a qualcuno ciò che è la norma per quasi
tutti, rischi insulti o, peggio, un’aggressione, come è capitato al giornalista
tedesco picchiato nel novembre scorso in piazza San Francesco d’Assisi. La
"movida selvaggia", che rende la vita impossibile a tanti, è dunque
soltanto la risultante, il prodotto finale, di un uso poco urbano e
generalizzato del territorio. Dove ciascuno nel quotidiano fa, praticamente
indisturbato, ciò che vuole. Va detto che, talvolta, anche segnalare illegalità
lampanti e a favore di telecamere, non porta a nulla. Come diceva il principe
Antonio de Curtis, in arte Totò, è la somma che fa il totale. È il mettere uno
dietro l’altro, sommandoli, i modi di fare giornalieri, da quando si esce di
casa la mattina a quando si rientra la sera, che fa materializzare ai nostri
occhi il risultato complessivo. Per curare e sconfiggere la movida incivile
dobbiamo contemporaneamente affrontare e risolvere, con i controlli quotidiani
di chi è preposto a tali operazioni, le tante modalità non urbane che
costituiscono l’intero mosaico delle giornate di moltissimi panormosauri. Rispetto
a questo mosaico la tessera della "movida selvaggia" che toglie la
pace e il sonno a tanta gente costituisce soltanto l’ultimo, in ordine
temporale, coerente tassello.
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