venerdì 28 agosto 2015

Palermo, quei muri sporchi e Viale Regione non curato.

La Repubblica Palermo
27 agosto 2015 - Pag. I
Gli inutili acronimi non coprono il degrado
Francesco Palazzo

Non c’è più la GESIP e ora abbiamo la RESET (Rete Servizi Territoriali). Ai cambiamenti di sigle di precari, socioutili e affini siamo abituati ormai da decenni. Quanto nel tempo è cambiato nella sostanza già lo sappiamo. Cosa muterà adesso con questa nuova configurazione societaria lo vedremo. Fermo restando che parliamo sempre di assistenzialismo rivolto verso la parte più debole della società e non di progetti che vedano entrare nelle pubbliche amministrazioni giovani laureati che potrebbero portare competenze, freschezza d’idee e nuova linfa. Tutto ciò mentre non si finisce d’ipotizzare la nascita di nuove sacche di precariato. Andando in un ufficio pubblico comunale, situato a pochi metri del bel ponte bianco sul fiume Oreto, da poco inaugurato, ho visto pareti nere, immortalate in alcune foto, perciò una stanza dentro la quale non è dignitoso accogliere l’utenza. Quanti uffici cui accede il pubblico, di pertinenza del comune, sono in queste condizioni? Il mio accesso presso detto piccolo ufficio decentrato comunale accade perché al momento la sede della seconda circoscrizione, sita a Brancaccio, risulta chiusa per dei lavori. Ma non si può continuare a tenere aperto un ufficio pubblico mentre si realizzano delle opere, a meno che non si stia buttando tutto giù per rifarlo da capo? E comunque, non so di chi sia il compito, operai della RESET o altri, sarebbe il caso di inviare un imbianchino per rendere quelle pareti pulite e quella stanza un minimo vivibile. La zona, peraltro, visto che a pochi passi sorge il Ponte dell’Ammiraglio, è dentro il percorso arabo-normanno che è appena divenuto patrimonio dell’umanità. Ma ciò è secondario, i muri degli uffici pubblici non dovrebbero ridursi in questo stato in nessun luogo che sia di pertinenza dell’amministrazione comunale palermitana. Tornando, poi, la stessa mattina al centro città, imbocco Viale Regione Siciliana dalla fine dell’autostrada Palermo-Catania per uscire quasi all’imbocco della Palermo-Trapani-Mazara del Vallo. Ebbene, solito spettacolo. Questo lungo anello, taglia di fatto in due la città, e che è il biglietto d’ingresso a Palermo, è sostanzialmente abbandonato a se stesso. Erbacce ovunque, alberi e piante non curati, aghi di pino disseminati lungo tutti i bordi della strada, detriti che volano giù dai finestrini delle auto che stazionano per settimane. Insomma, davvero una bella presentazione per chi entra nel capoluogo siciliano. E non è una cosa degli ultimi tempi, sono anni che va avanti così. Non sappiamo se la RAP (ex AMIA), la RESET (ex GESIP) o altre sigle presenti o future dovrebbero occuparsi della pulizia di tale lungo e principale tratto viario. Ma è chiaro che non è decoroso lasciare Viale Regione Siciliana in queste condizioni. Tutte queste cose, piccole o grandi che siano, ti stridono dentro quando capita, nel periodo estivo, di essere reduce dalla visita in qualche capitale europea. Dove il dibattito non si svolge attorno alle trazzere regie, all’immondizia che non si raccoglie, ai precari che vengono passati da un contenitore a un altro. A Oslo hanno realizzato negli ultimi anni, vicino alla zona portuale, un maestoso, portentoso, panoramicissimo e architettonicamente modernissimo teatro lirico. Come dire, una città che guarda avanti e che non mira a rimescolare solo il proprio passato, visto che già avranno avuto un teatro lirico in funzione. A Copenaghen, oltre le migliaia di biciclette che vedi posteggiate ovunque, trovi stazioni di bici elettriche che puoi affittare e farti un bel giro della città. Da noi il bike sharing inizierà tra qualche mese. Ma sulle piste ciclabili siamo ancora all’alba. In questo caso si sta andando molto stranamente al contrario. Prima le bici e poi le strade. Vedremo dove viaggeranno le 420 bici che il comune metterà in campo e le altre dei privati. 

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