sabato 1 giugno 2019

Emorragia cervelli dalla Sicilia: il vero flusso migratorio che ci penalizza.


La Repubblica Palermo – 1 giugno 2019
Le paure sui migranti per coprire la nuova emigrazione
Francesco Palazzo
L ’Istat ci dice in questi giorni che dal 2012 al 2017, a fronte di un primo posto di giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet), e di un ultimo posto per numero di laureati nella fascia giovanile, la percentuale dei giovani laureati che va via dalla Sicilia per completare il corso di studi dopo la triennale o per andare a lavorare oltre lo stretto, veleggia verso il 30 per cento. Per carità, con tutto il rispetto per l’istituto che ci dà questi dati, basta guardare le tante stanze vuote delle nostre case per capire la portata del fenomeno.
È il vero flusso migratorio che dobbiamo temere, questo in perenne, e sinora inarrestabile, uscita. Le altre storie, che ci portano via parecchio tempo, sono soltanto, prima o poi dovremmo capirlo, armi di distrazione di massa.
Abbastanza efficaci, dobbiamo rilevare, visto poi l’esito delle schede elettorali che i siciliani depositano nelle urne. Quei pochi che vanno a votare.
Perché le recenti elezioni europee mettono all’ultimo posto come percentuale di votanti la circoscrizione isole. 
Insomma, la nostra agenda del presente e del futuro è, dovrebbe essere, abbastanza chiara. Fare in modo che molte più persone arrivino alla laurea, ridimensionare di molto il numero dei tantissimi tra i giovani che hanno smesso di studiare e non hanno più voglia di cercare lavoro, e trattenere i giovani laureati.
Vasto e impegnativo programma, non c’è dubbio. Ma è l’unica via per dare a questa terra un presente e un futuro diversi. 
Investiamo sulla formazione e sulle possibilità lavorative dei nostri giovani e non sulle irrazionali paure. Se non ci faremo fuorviare da altre, non importanti, questioni, abbiamo qualità, intelligenze ed energie per farcela.

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