La Repubblica Palermo
02/10/2015 - Pag. 1
Se del sud si parla soltanto nei titoli
Francesco Palazzo
Il titolo della festa nazionale dell’unità sul mezzogiorno, Il sud
decolla, era accattivante e in controtendenza. E’ del maggio scorso la
rilevazione annuale dell’Istat che, registrando l’aumento dello 0,3 per cento del
PIL nel primo trimestre 2015, mostra un paese che sta riemergendo dalla crisi.
Ma tutto ciò riguarda il centro nord. Perché il mezzogiorno va giù decisamente
con una perdita di mezzo milione di occupati da quando la crisi ha esordito. Al
nord, in particolare, il tasso di occupazione è del 64,3 per cento, al sud si
arresta al 41,8. Anche rispetto al centro (60,9 per cento di occupati) rimane
un baratro. Ma non solo questo. Scrive l’Istat che “le aree del mezzogiorno si
caratterizzano per una consolidata condizione di svantaggio legata alle condizioni
di salute, alla carenza di servizi, al disagio economico, alle significative
disuguaglianze sociali e alla scarsa integrazione degli stranieri residenti”. I
dati sono abbastanza chiari: il reddito è più basso del 18 per cento rispetto
alla media nazionale (nelle aree con più difficoltà si arriva al 30). Minore
reddito significa minori consumi. Infatti, gli abitanti del sud tirano fuori
dalle tasche il 70 per cento della media riguardante il centro e il nord.
Peraltro, il 28 per cento viene speso in beni alimentari (al centro-nord il 13).
Più un sud che decolla, sembra un sud che sprofonda e che da, casomai, qualche
segno non decisivo di vitalità. Nel secondo trimestre 2015 si è registrato un
incremento nei dati occupazionali del sud, ma si rimane ancora molto distanti
dall’area più progredita del paese. Inoltre sono aumentate le vendite sui
mercati esteri. Ma ciò non sposta di molto il problema se il segretario
nazionale di un sindacato (UIL), a inizio settembre, si mostrava preoccupato
per il divario crescente tra nord e sud. Preoccupazione confermata dall’Istat sempre
a inizio settembre, visto che, pur con un PIL raddoppiato rispetto a pochi mesi
addietro (0,6 per cento), aumentano le differenze territoriali sulla
disoccupazione. Perché se al nord la disoccupazione in effetti scende (0,3 per
cento), al sud la situazione rimane stabile. Così le differenze aumentano: al
nord 7,9 per cento di disoccupati, 10,7 al centro e 20,2 nel mezzogiorno. Mettiamoci
pure gli ultimissimi dati ISTAT di questi giorni, con la Sicilia, (22,3 per
cento), seconda sola alla Calabria (25,2) per tasso di disoccupazione e con
Palermo prima città (dati Svimez) in quanto a fuga verso il nord. Da una festa
nazionale sul sud non poteva mancare una lettura attenta di questi dati da parte
di esperti. Invece non è accaduto. Assente pure un’analisi approfondita di
quello che è lo stato delle mafie che infestano questa parte molto ampia
dell’Italia. Nessun confronto tra esperti del settore e magistrati che si
occupano della lotta alle mafie. Dicevamo, comunque, che il titolo era
accattivante perché ci si aspettava che si mettessero in luce le attività imprenditoriali
che nel sud vanno bene, e certamente ve ne sono, e che possono essere prese a
modello. Ma anche questo aspetto non è stato trattato. Dal punto di vista
politico è mancato del tutto un confronto tra i vari presidenti di regione e
tra i sindaci, almeno, delle città capoluogo delle realtà regionali del
mezzogiorno. Insomma, ci si poteva
aspettare molto di più, visto che la questione meridionale è ancora sotto gli
occhi di tutti e condiziona i numeri di tutto il paese quando deve confrontarsi
con gli altri stati dell’Unione Europea. Non basta, allora, il simpatico logo
della festa (una lambretta con un’Italia capovolta, la Sicilia e il mezzogiorno
che cambiano latitudini e un nord che va sotto), per mutare le cose. Che,
invece, vanno capite sino in fondo per fare in modo che questa parte
dell’Italia continui a non essere più la palla al piede di tutta la realtà
nazionale. Da questo punto di vista sarebbe stato, ad esempio, interessante uno
zoom sulle classi dirigenti del sud. Che è sempre stato il vero nodo della
questione mezzogiorno. Ma non abbiamo trovato neppure questo. Sarà per la
prossima volta.
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