La Repubblica Palermo
18 luglio 2018
Doppia preferenza, la medicina amara che ancora serve
Francesco Palazzo
Non siamo in grado di determinare fisiologicamente
parità di accessi e di possibilità ai due sessi. Tutto parte dalle famiglie,
dall’universo lavorativo e si proietta nelle assemblee rappresentative.
Scontiamo l’aver costruito un firmamento maschilista, in cui tutti
noi uomini abbiamo messo e continuiamo a inserire, nei fatti perché a
parole siamo santi, tessere nel mosaico monocolore.
Preso atto di ciò, può servire un farmaco come la
doppia preferenza di genere per attenuare i sintomi della malattia ed equilibrare
la bilancia? Sì, i risultati elettorali sono chiari.
La medicina ha
controindicazioni?
Sì, e chi parla di un ipotetico controllo del
voto reso più semplice è da ascoltare. Inoltre, la pillola non scende alle
cause. E queste i partiti, insieme a tutti gli altri frammenti sociali, devono
curare, invece di aggrapparsi a quanto emerge.
Usiamo dunque il rimedio, finché serve, e se è
indispensabile è perché non siamo stati bravi. Ma lavoriamo perché, a media
distanza, si riveli inutile.
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