La Repubblica Palermo
5 luglio 2018
Le vaste complicità con la mafia
Francesco Palazzo
Se Cosa nostra ce la portiamo dietro tra ottocento,
novecento e ventunesimo secolo, i motivi vanno cercati più che dentro
l’organizzazione criminale, in tutti gli altri ambienti che mafia non sono. I
mafiosi, dall’unità a oggi, hanno fatto la loro strada, più o meno bene dal
punto di vista degli interessi perseguiti. Ma è lampante che la
maggioranza della società siciliana ha svolto male il proprio compito. Se
un fenomeno dura tanto ed entra nel corpo vivo di una grande comunità, la
diagnosi non può che essere questa. Con una prognosi, malgrado i passi avanti
fatti, ancora incerta. E i caduti nella lotta alle cosche? Proprio le loro
morti dimostrano quanto scritto. Ma voi pensate che sarebbe stato possibile
levare di mezzo preti, imprenditori, magistrati, giornalisti, eletti dal
popolo, professionisti, se tutti, senza eccezione alcuna, gli altri colleghi
fossero stati sempre con le schiene dritte? Se poi ci mettiamo il campionario
di errori dell’antimafia, il cui menù sembra essere sempre più nutrito, il
quadro si fa ancora più evidente. Quando ci metteremo su una strada diversa?
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