PALERMO TODAY - 23 MARZO 2024
Cartellino rosso per chi offende e incita all'odio dentro gli stadi
Francesco Palazzo
Domanda. Ma si può essere così a corto di pensieri, parole, fantasia e immaginazione, peraltro pure durante una tranquilla e pacifica partita amichevole contro una squadra belga (ma vale ovviamente per qualsiasi incontro che si svolga al Barbera) da ripetere più volte "catanese pezzo di m...", "Catania quanto ti odio", "catanese figlio di..." e "chi non salta è catanese"? Questo lo chiamano tifo ma è soltanto fastidiosissimo inquinamento acustico pieno di frasi offensive, direi gravemente offensive, incitanti in questo caso all'odio verso un’altra città e i suoi abitanti.
Questa roba indecente, così come per fumogeni, petardi e cose simili, dovrebbe essere vietata assolutamente negli stadi. Senza se e senza ma. Così come ogni frase offensiva rivolta agli avversari in campo, ai tifosi che sostengono gli sfidanti, alla stessa propria squadra, allenatore compreso, e alla terna arbitrale. Come ci sono i leoni da tastiera abbiamo quelli degli stadi. Ma sia gli uni che gli altri hanno un potere molto inquinante e disturbante. In entrambi i casi si pensa che protetti dall'anonimato, perché stare in mezzo alla folla è come trovarsi dietro una tastiera, si possa dire e fare di tutto. Ma così non è.
Il codice penale dovrebbe valere dappertutto. E così come è in fondo semplice riuscire a risalire ai leoni da tastiera, mettendoli di fronte alle loro responsabilità, si dovrebbe cominciare a fare la stessa operazione pure dentro gli stadi. Magari sarà più complicato ma non è certamente impossibile. Chi non salta è solo civile e basta.
Nessun commento:
Posta un commento