ROSALIO – IL BLOG DI PALERMO
Palermo –
Salernitana, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto
Calcio,
acqua, ponte, ultras, figli e Peter Pan.
Francesco Palazzo
Palermo, Napoli, Bolzano, Palermo. Tutto lo stivale e ritorno.
Il Palermo, che affonda pesantemente sotto una cinquina al Maradona guardando
il Vesuvio, e poteva essere un problema psicologico per il dopo, ne fa invece
tre all’estremo nord. E si presenta, in piena zona play off, in una Palermo
domenicale assolata ma alla prese con il razionamento dell’acqua, non della
Coca Cola o dello spumante, ma dell’acqua.
Pur con queste affermazioni oltre lo stretto (ecco, se facciamo
il ponte una delle tante cose buone è che non dovremo più utilizzare tale modo
di dire), la squadra non ha ancora una sua fisionomia precisa. Ogni partita
appare slegata dall’altra. Una specie di giro di tombola ogni novanta minuti.
Usciranno oggi numeri buoni dal pallottoliere? Si ripresentano i rosa al
cospetto di un Barbera che vorrebbe vedere finalmente una partita dentro casa
con il segno positivo della vittoria.
Non possiamo che partire tuttavia dalle problematiche che in
settimana hanno visto pesantemente al centro il tifo organizzato. A prescindere
dall’azione della magistratura, non possiamo negare che il problema c’è
dappertutto. Che vi siano o meno reati. E vi cito tre fatti. Due avvenuti nel
corso del campionato scorso, l’altro che si registra partita dopo partita. Era
il 5 maggio 2024, partita casalinga al Barbera. Il tifo organizzato aveva
annunciato una sorta di sciopero all’ingresso delle squadre in campo e nei
primi quindici minuti della partita. Ebbene, prima dell’inizio dell’incontro,
per rendere più plasticamente visibile tale serrata, la parte centrale della
curva nord era recintata da un cordolo e inaccessibile a tutti. Anche per chi,
semplice abbonato non ultrà, non gliene poteva fregare di meno della protesta.
Quindi tutti hanno potuto constatare che al Barbera ci sono persone, privati
cittadini, che sotto gli occhi degli addetti all’ordine pubblico, ai quali
vanamente allora segnalai la cosa, possono inibire, cosa per me gravissima, un
pezzo di stadio e permettere l’ingresso quando vogliono loro. L’altro episodio è
precedente. Nella partita esterna prima dello sciopero, 2 maggio 2024 a La
Spezia, il tifo organizzato costrinse i giocatori a togliersi le magliette dopo
una brutta sconfitta. Il terzo episodio è tipico di ogni partita. Alla fine la
squadra in campo, la panchina e tutto lo staff vanno a rendere un saluto
riverente alla curva degli ultrà, sia che si vinca, per prendersi gli applausi,
sia che si perda, per accogliere i fischi. Può essere ammesso, ma esistono pure
gli altri settori dello stadio, migliaia di spettatori che sono la maggioranza.
Un tifo organizzato, o una sua parte consistente, che si crede autorizzato a
fare di tutto, comprese le frasi piene di odio contro la squadra e i tifosi
avversari e a Palermo contro i catanesi e il Catania, ricevendo magari inchini
a fine partita, non può essere più moneta corrente in nessuno stadio. Per dire,
a Palermo al Barbera c’è uno striscione che non manca ad ogni partita che fa
riferimento ai diffidati. Cioè a persone che per gravi motivi non possono
partecipare spesso per periodi lunghi a manifestazioni sportive. Diciamolo. Le
frasi di odio che si sentono dentro lo stadio, dentro gli stadi, sono da codice
penale. E la legge dovrebbe valere sia fuori che dentro le strutture dove si
gioca a calcio. Non parliamo poi delle liti sia dentro che fuori casa tra
tifosi rosanero.
È un gioco. Se ci si comporta male e si parla in un certo modo,
sparando di tutto e lanciando ciò che capita dentro i rettangoli verdi, si
impartisce una lezione di inciviltà ai bambini, alle bambine, agli adolescenti
e alle adolescenti che pure frequentano gli stadi. E porto un esempio. Durante
le partite non è raro vedere padri e figli abbastanza piccoli seduti accanto.
Ebbene, i pargoli, volendo imitare i “saggi” genitori, ripetono tutte le parolacce
contro l’arbitro che escono dalle bocche dei papà, emulandone pure le oscene e
ripetute gestualità. Va detto che in quei pochi casi in cui sono le mamme ad
accompagnare i piccoli, almeno questa è la mia esperienza, ciò non accade.
Resta da capire, visto che alla gente normale non è possibile entrare nulla
allo stadio, come sia ammissibile che pochi, anche se non pochissimi, entrino
vere e proprie bombe dentro.
Certo, c’è pure la partita. Al fischio d’inizio il Palermo ha 11
punti e sopravanza di 3 punti la Salernitana che è a 8. La squadra ospite ha
fatto un solo punto fuori casa, mentre va molto meglio del Palermo tra le mura
amiche. 2 punti il Palermo, 7 la Salernitana. Quest’ultima è retrocessa
nell’ultimo campionato di serie A, addirittura a quattro giornate dalla fine. E
sappiamo quanto sia difficile dalla massima serie riatterrare nei ruvidi
palcoscenici della cadetteria. Nei primi quindici, a parte le vergognose e
criminali liti tra opposte tifoserie in curva sud e un tafferuglio in campo,
poco da segnalare, oltre un tiro insidioso dei campani preso dal portiere rosa
e una buona azione a destra non ben finalizzata dai rosa che attaccano verso
l’ippodromo. La maglia amaranto della Salernitana ricorda quella del Torino. Il
Palermo classica casacca rosa. Dal quindicesimo al trentesimo la Salernitana
adagia, con partenza un calcio da fermo, la palla in fondo al sacco del
Palermo. I rosanero dormono beati nell’occasione. Il VAR convalida. Il Palermo,
quasi al minuto 26, si rende in qualche modo pericoloso. Ma ci vuole ben altro
per capovolgere una partita abbastanza deludente per la squadra di casa sino ad
ora. Vediamo cosa ci regala l’ultimo quarto prima del riposo. Intanto
un’occasione per gli amaranto. Che stanno meritando il risultato con un gioco
concreto e pulito. Al minuto 35 i campani tagliano come il burro la difesa rosa
e si presentano a due passi dal raddoppio. A tratti si vede che si tratta di
una società reduce dalla serie A. Al 38mo ospiti di nuovo pericolosi.
L’allenatore del Palermo parlotta con i suoi collaboratori. Speriamo abbia
trovato qualche soluzione. Quasi al minuto 39 il Palermo si presenta sotto
porta degli amaranto con un gioco aereo. Al 43mo ci prova da fuori area. Dopo
un minuto di recupero si va al riposo. Anche se pare che nei primi 45 minuti il
Palermo si sia riposato un po’ troppo. Mentalmente e fisicamente. A fine primo
tempo fischi. Meritati. Come meritati per me sarebbero stati i fischi dopo la
prima di Peter Pan al
Teatro Massimo. Ma questa è un’altra storia. Prosegue nell’intervallo il lancio
di bombe carta nel settore dove sono vicini i supporter di Palermo e
Salernitana. Ma dove sono le forze dell’ordine? Il Palermo si ripresenta in
campo con un cambio a centrocampo. Poca roba. Ora attacca verso la nord. Nei
primi quindici del secondo tempo prevalgono fischi e malumore sugli spalti.
Rosa rimasti negli spogliatoi. In panca si confrontano ma cambia poco. Ora la
Salernitana pressa bene. Al 57mo unica fiammata dei rosa nei primi quindici,
vicini al gol. Due sostituzioni per la Salernitana. Il secondo quarto del
secondo tempo inizia con un Palermo più volitivo che si presenta avanti due
volte. Dalla panchina i rosa mettono dentro altri due, cambiando centravanti.
Ma sinora nessun tiro in porta veramente pericoloso. E siamo quasi al 70mo.
Dentro casa. Aspettando sinora invano il Godot della vittoria. Adesso il
Palermo gioca decisamente in avanti. Tuttavia poche e confuse idee. Quando
inizia l’ultimo quarto il Palermo fa un’altra sostituzione a centrocampo. La
Salernitana prova a risalire e minaccia con un’azione e un lancio lungo il
Palermo. Che torna avanti ma continua a non vedere la porta, quella cosa
circondata da due pali e una traversa. Ultimi dieci giri d’orologio. Il t9 del
cellulare mi suggerisce orgoglio. Ma ne vedo poco tra i rosa, onestamente. Al
minuto 83 due tiri sopra la traversa della porta dei salernitani. All’88mo il
Palermo fa il primo tiro in porta, il portiere avversario respinge con
sicurezza. Partita da un po’ in un’unica metà campo. Al 90mo altro tiro in porta
dei rosa. Parato bene dal portiere in giallo. Ma finisce così dopo i minuti di
recupero La Salernitana prende i primi tre punti fuori casa e raggiunge i rosa.
Il Palermo non conferma neppure i due magri pareggi delle prime
due dentro. Sinora le squadre che scendono al Barbera vengono a passeggiare
sulle incertezze di una squadra che non è ancora squadra. Fischi e sipario.
Domani a casa di molti palermitani rubinetti chiusi. Ed è una sconfitta ancora
più pesante.
Nessun commento:
Posta un commento