mercoledì 14 marzo 2007

Primarie a Palermo: sconfitto il partito degli astensionisti

LA REPUBBLICA PALERMO - MARTEDÌ, 06 FEBBRAIO 2007
Pagina I
IL PUNTO
Sconfitto il partito degli astensionisti
FRANCESCO PALAZZO

Alla fine nelle primarie palermitane - che hanno visto il trionfo dell´ex sindaco Leoluca Orlando - è stato sconfitto l´avversario che più si temeva, cioè l´astensionismo. Partiti e candidati guardavano infatti con timore alla montagna dei 22.299 votanti che si presentarono sotto i gazebo nel dicembre 2005 per votare in massa Rita Borsellino. Non si è arrivati in cima e non siamo certo ai 35 mila elettori delle primarie genovesi. Ma l´afflusso definitivo dei quasi ventimila votanti dimostra che il popolo dell´Unione si è affezionato allo strumento e lo sa usare bene. Anche quando, come in questo caso, i partiti arrivano trafelati all´ultimo momento a diffondere una campagna di sensibilizzazione al voto. Che l´elettorato del centrosinistra sia ormai più che consapevole dell´importanza di questa forma di partecipazione e va dritto al seggio sapendo cosa vuole, è dimostrato dall´esiguo numero di schede nulle e bianche. Nessuna protesta o disinteresse dentro l´urna, solo voglia di scegliere. Anche al di là delle indicazioni dei partiti. Ciò che infatti emerge è la forza dei candidati di trascinare consenso. Quanto hanno pesato i Democratici di sinistra nei quasi quattromila voti raccolti da Alessandra Siragusa? Probabilmente poco. Ma anche gli stessi Leoluca Orlando e Giusto Catania hanno un po´ fatto tutto da soli.
Il dato interessante di questa tornata interna è - se saranno confermati i primi dati, anzi le prime impressioni - un marcato ricambio di votanti. In periferia, dove il corpo elettorale è aumentato di quasi novecento unità, i presidenti di seggio giuravano di aver visto molte persone nuove. Calano molto invece, quasi quattromila unità, gli elettori e le elettrici del centro borghese, il cosiddetto ceto medio riflessivo. Ma anche in questo caso, quelli che si sono presentati, in larga parte, sempre secondo i componenti dei vari seggi, sembra che non siano gli stessi che già erano accorsi in massa per Prodi e la Borsellino. È un fenomeno, quello delle primarie, che andrebbe studiato nel lungo periodo e ancora non si è fatta molto esperienza per potere trarre conclusioni certe. Sarebbe a tal proposito utile analizzare le schede delle tre tornate che finora ci sono state a Palermo. Ma, come sappiamo, le scatole con dentro le schede con i riferimenti anagrafici dei votanti alle primarie nazionali e regionali del 2005, risultano ancora chiuse e ben sigillate. Faranno la stessa fine le ventimila presenze della prima domenica di febbraio? Dal punto di vista organizzativo c´è una forte criticità. Ventisei gazebo per una città come Palermo sono pochi, basti pensare che a Genova, con un numero di abitanti leggermente al di sotto rispetto al capoluogo siciliano, i luoghi dove si poteva votare erano ben settantadue. Garantire la partecipazione vuol dire anche dare la possibilità di esercitarla a tutti nello stesso modo. Chi scrive ha dovuto accompagnare i genitori al gazebo assegnato che si trovava ad alcuni chilometri, non è una distanza facilmente colmabile da tutti, soprattutto dagli anziani. Un successo ha avuto la rilevazione sui quesiti programmatici promossa da Demosfera, un laboratorio palermitano di sperimentazione politica. Sono state raccolte più di settemila schede. È stata un´iniziativa pensata ed attuata nelle ultime settimane, ed anche in questo caso si sono dovuti affrontare problemi organizzativi, non in tutti i gazebo infatti sono giunte le schede per votare. Sarebbe importante che i partiti registrassero il successo di questo esperimento e lo inserissero, non solo in Sicilia, in pianta stabile nel palinsesto delle primarie. È chiaro, però, che un po´ tutto il sistema primarie andrebbe regolamentato con più precisione, rendendolo un percorso politico e non esclusivamente il giorno della verità al quale poi non segue niente, neanche una cartolina di ringraziamento ai partecipanti. Detto tutto ciò, la Palermo del centrosinistra ha scelto. Orlando ha vinto senza discussioni e senza ombre, dimostrando di avere ancora un forte diffuso radicamento, in centro e in periferia. All´apertura delle urne si poteva vedere la platea trasversale dei suoi sostenitori che sorrideva soddisfatta. Sembravano gli stessi sorrisi di quanti erano felici dell´affermazione di Rita Borsellino su Ferdinando Latteri. Poi sappiamo come sono andate le elezioni regionali e come la contentezza si è trasformata in delusione e riflusso. Anche alle amministrative palermitane di maggio si ripeterà tale percorso per l´Unione? In una città l´elezione primaria non costruisce o sostituisce la politica e non trasforma le liste dei candidati per il consiglio comunale e le circoscrizioni da deboli in forti. A partire da oggi vedremo dunque se il centrosinistra a Palermo sarà in grado di lavorare come una vera coalizione sul fronte politico e su quello elettorale.

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