mercoledì 21 marzo 2007

Sos da Brancaccio "Apriamo il parco Maredolce"

LA REPUBBLICA PALERMO - MERCOLEDÌ, 21 MARZO 2007

Pagina I
LA CITTÀ
Progetti faraonici, lavori fermi. Appello agli amministratori

Sos dal quartiere Brancaccio "Apriamo il parco Maredolce"
FRANCESCO PALAZZO
Già trent´anni addietro si parlava a Brancaccio, periferia di Palermo, del rifacimento del Parco di Maredolce o della Favara, realizzato dai normanni. Il parco attualmente esiste solo come ricordo storico e come modo di dire, visto che nessun documento pubblico esecutivo e contemporaneo lo definisce tale. Di progetti sulla carta ve ne sono, anche faraonici, ma sinora solo chiacchiere. E, nei decenni, parlando parlando, si sono consolidate e stabilizzate le costruzioni, un tempo abusive adesso chissà, che impediscono ai passanti la visuale sul Castello della Favara, gioiello arabo-normanno che sorge proprio dentro il parco che fu. All´interno del castello hanno vissuto sino a quaranta famiglie. Con situazioni paradossali, ossia con abitazioni registrate pure al catasto. Quando si possono fare le cose in regola, non ha senso in Sicilia vietarsi il piacere tutto pirandelliano della correttezza formale. L´area dell´ex parco è grosso modo misurabile in 11 ettari, sette dei quali definitivamente espropriati nel 1989. Sul territorio ricade la chiesa di San Ciro, che ammiriamo in tutta la sua decadenza quando stiamo per imboccare la Palermo-Catania. Oggetto, la chiesa, tanto tempo addietro, di un tentativo di recupero e adesso completamente abbandonata. Vicino alla chiesa sorgono due significativi archi romanici, oggi ricettacolo di rifiuti vari. Se, entrando in autostrada, si guarda invece a sinistra, sempre nell´area di Maredolce, scorgiamo ancora svettante, anche se vandalizzata, la villa che appartenne a un esponente di Cosa nostra, adesso collaboratore di giustizia. Scrutando meglio, vicino alla villa, possiamo vedere anche un deposito di giostre, dopo che è stata in extremis scongiurata la creazione di una sorta di luna park dentro al territorio del parco. Il terreno e il castello sono sotto la giurisdizione della Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo, dunque sono di proprietà della Regione. Si possono visitare solo nei giorni feriali, previa autorizzazione della soprintendenza stessa. Adesso c´è un appello partito dal Giornale dei Quartieri "Maredolce", operante da anni nella seconda circoscrizione, il quale è riuscito a sensibilizzare i cittadini sfusi e associati (per informazioni giornalemaredolcevirgilio.it). La proposta è semplice. In attesa dell´attuazione dei progetti stratosferici, tipo quelli che prevedono anche il ripristino del preesistente lago Maredolce, si chiede più ragionevolmente di ripulire i sei o sette ettari di parco già di proprietà demaniale e aprire giornalmente e normalmente, senza autorizzazioni particolari, il castello e il vastissimo terreno al pubblico. Coinvolgendo saperi e capacità operative locali già disponibili. «Come si è fatto – afferma Carmelo Prestipino, direttore del giornale Maredolce – con lo Spasimo o il Teatro Garibaldi, utilizzati man mano che si andavano recuperando». Al contrario, sinora lo stile è quello che possiamo definire "Teatro Massimo", chiuso per venti anni a causa di lavori che in tutto il resto del mondo si eseguono continuando a svolgere le consuete attività artistiche. Per il Castello della Favara e per il non ancora parco Maredolce, un giorno magari si realizzerà tutto il meglio possibile. Future generazioni potranno passeggiare in riva al lago, farsi lunghe escursioni in canoa e vedere scivolare le papere sulle acque placide. Ma intanto ci sono i cittadini contemporanei di Brancaccio, che chiedono normalità e non straordinarietà, proprio quella di cui domenica parlava Nino Alongi nel suo editoriale. Il candidato del centrosinistra, Leoluca Orlando, ha partecipato nei giorni scorsi a un incontro con i cittadini proprio nello spazio vicino al castello, sposando la tesi dell´apertura immediata. Probabilmente andranno lì anche gli altri candidati a sindaco. Nel frattempo una regola di governo per i prossimi amministratori cittadini possiamo definirla con nettezza. Nell´attesa dei rivolgimenti sensazionali postdatati, si può utilizzare adesso e al meglio quello che si ha davanti agli occhi. E non è poco. Sia in centro, sia, come vediamo, in periferia.

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