LA REPUBBLICA PALERMO - SABATO, 16 GIUGNO 2007
Pagina XV
I rischi del centrosinistra sul caso dei brogli elettorali
FRANCESCO PALAZZO
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I rischi del centrosinistra sul caso dei brogli elettorali
FRANCESCO PALAZZO
Sembra che Palermo sia diventata nuovamente un caso nazionale, stavolta non per fatti di mafia ma per i dubbi legati al risultato delle elezioni amministrative. Quella sui «brogli» sembrava una reazione comprensibile e circoscritta ai giorni successivi al voto, legata forse anche alla delusione per un´affermazione che si credeva vicina. Ma adesso - al di là delle giuste verifiche sulle irregolarità del conteggio dei voti - c´è il rischio che sul piano politico la protesta diretta a invalidare le elezioni si riveli una sorta di boomerang per il centrosinistra. L´ultima denuncia riguarda la presunta sostituzione o manomissione delle urne. Diciamo subito che la parola «broglio» è di per sé da utilizzare con molta cautela. Perché broglio vuol dire che si è in presenza di manipolazioni dolose, che in questo caso avrebbero stravolto il consenso depositato dai palermitani nelle urne. Se questa non fosse la convinzione di una parte del centrosinistra non si capirebbero la mobilitazione e la protesta giunte fino al presidente della Repubblica in visita a Palermo, al quale è stato consegnato un dossier sulla vicenda. E non si comprenderebbe la restituzione simbolica dei certificati elettorali, gesto estremo che presuppone una situazione di legittimità democratica davvero lacerata. Senza contare l´allarme sulla vicenda palermitana lanciato da parlamentari regionali, nazionali ed europei. Tale quadro fa propendere verso un´ipotesi di broglio generalizzato. Dall´appello presentato ai vertici istituzionali da quasi tutti i consiglieri comunali eletti nelle file dell´Unione, ma anche dalle ultime denunce sulla mancata corrispondenza tra schede elettorali utilizzate e numero di votanti, emergerebbero tuttavia irregolarità che, se confermate, sembrano più addebitabili a meri errori materiali e a incompetenze diffuse, che a volontarie azioni tese a pilotare verso un risultato omogeneo la consultazione elettorale. Forse si pensa che un possibile totale riconteggio esatto delle schede possa schiudere le porte verso una messa in discussione di quanto sancito dalle urne. Anche se, generalmente, l´assestamento del flusso elettorale, successivo a una riconsiderazione delle schede, porta a premiare statisticamente la coalizione che ha già avuto di più dall´elettorato. Di questa ferrea legge numerica ha già fatto esperienza il centrodestra a livello nazionale, quando si è accorto che, dopo un primo parziale riconteggio, addirittura era l´Unione ad averci guadagnato ancora. In quel caso si partiva da una differenza minima tra centrodestra e centrosinistra. A Palermo la differenza tra le coalizioni è stata maggiore di 23 punti a favore del centrodestra e quella tra i due candidati alla sindacatura ha superato gli otto punti, premiando il sindaco uscente. Un responso abbastanza chiaro politicamente. Peraltro, lo stesso rappresentante del governo, nel rispondere alla Camera dei deputati sulla questione, ha rassicurato che sostanzialmente il voto è stato regolare. Insomma, semplicemente il centrosinistra ha perso le elezioni. Prima se ne fa una ragione, meglio è. Solo il prendere atto di tale solare evidenza può stimolare un approfondito confronto politico, unica via da percorrere se si vuole provare a capovolgere tra cinque anni la sconfitta di oggi. A tal fine non serve - a meno di numeri certi che dimostrino il contrario - agitare l´ipotesi del broglio generalizzato. In Sicilia il centrodestra ha dalla sua una lunga teoria di vittorie, conseguite con metodi preelettorali magari discutibili. Sono, però, successi maturati a suon di voti reali raccolti uno per uno, non inventati da oscuri soggetti armati di gomme e bianchetti in azione nelle notti elettorali.
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