LA REPUBBLICA PALERMO - GIOVEDÌ, 08 NOVEMBRE 2007
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Niente folla alla giornata della memoria
FRANCESCO PALAZZO
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Niente folla alla giornata della memoria
FRANCESCO PALAZZO
Magari il prossimo anno la messa in cattedrale per ricordare le vittime del potere mafioso andrà meglio. Quella di lunedì scorso era deserta. Non c´erano le folle delle notti sante pasquali o natalizie. Neanche il normale afflusso domenicale. Nemmeno il minimo sindacale. Erano più i celebranti e le autorità che i presenti per convinzione, questi ultimi una trentina in tutto.Il Comune ha puntato molto sull´iniziativa, insieme alla curia palermitana. Sembra che di mattina in un liceo palermitano i numeri fossero diversi. Ma si sa, è facile coinvolgere in ore scolastiche gli studenti. Il vero banco di prova era l´incontro in cattedrale. Gli unici ad animare la ricorrenza erano i senzatetto che occupano Palazzo delle Aquile. Partecipavano alla celebrazione e attendevano al varco i rappresentanti del governo cittadino. I quali, alla fine, hanno cercato di dribblare nervosamente il problema, ma si sono trovati lo stesso davanti a una manifestazione di protesta muta ma efficace. Mancavano le parrocchie della diocesi, i parroci, i fedeli, le associazioni cattoliche. A parte quello di Palermo, presente anche con il gonfalone, erano assenti tutti i comuni della diocesi. Non capiamo che senso possa avere avuto per la curia e l´arcivescovo Romeo un´iniziativa di questo tipo. Se questo è il livello di sensibilità antimafia della chiesa nel capoluogo, c´è da stare freschi. La curia dovrebbe riflettere sul perché tutta la chiesa locale abbia clamorosamente disertato l´appuntamento. Che non avveniva in un giorno qualunque, ma nella stesse ore in cui la polizia otteneva un risultato notevolissimo con la cattura dei Lo Piccolo. Si presupponeva, perciò, che dalle parrocchie potesse partire un flusso di partecipazione, se non proprio oceanico almeno consistente, se non maturo almeno emotivo. Lo stesso intervento dell´arcivescovo non ci ha convinto appieno. Sono state scelte due letture simboliche. La prima parlava della storia di Caino e Abele, la seconda del passo evangelico sulla necessità del perdono. L'omelia si è incentrata sulla violenza che il criminale esercita contro il suo simile e sull´importanza di credere alla conversione del reo. Una chiesa misericordiosa che non abbandona l´omicida Caino. Una lettura che si è soffermata sul solo aspetto criminale della mafia. Nessun accenno all´aspetto politico della questione. Sarebbe forse bastato ricordare l´esperienza di don Puglisi a Brancaccio. Come si comportava Puglisi di fronte agli amministratori della cosa pubblica? Non li accarezzava per il verso giusto. Una volta li rimproverò d´inettitudine quando si erano presentati per raccogliere applausi e consensi durante una manifestazione teatrale di bambini. La chiesa, quella palermitana in particolare, dovrebbe fuggire da rappresentazioni rituali. C´è da augurarsi che il prossimo anno la celebrazione in cattedrale della giornata della memoria sia il momento conclusivo di un percorso di approfondimento di tutto il mondo cattolico. E non una vacua vetrina da offrire alla politica su un piatto d´argento
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