martedì 15 maggio 2007

Comunali Palermo 2007

LA REPUBBLICA MARTEDÌ, 15 MAGGIO 2007
Pagina I
L´ANALISI
Dalla "primavera" a oggi troppe stagioni di sprechi
FRANCESCO PALAZZO

Il risultato delle amministrative palermitane si poteva già registrare domenica mattina facendo un giro davanti ai seggi elettorali nei quartieri periferici della città. Dappertutto pizzini elettorali di candidati del centrodestra, galoppini che invitavano a votare candidati del centrodestra alle circoscrizioni e al Comune. Segni evidenti di forza della macchina elettorale della Cdl. Segni che non devono certo far perdere di vista il risultato che viene fuori dalle urne. Orlando e il suo schieramento denunciano brogli elettorali. E certo nei seggi si saranno verificate criticità. Tuttavia i brogli - a meno di clamorosi esiti delle inevitabili e doverose indagini - non bastano a spiegare il risultato elettorale. Si tratta per l´Unione di una sconfitta che deve indurre a riflessioni approfondite, senza superficialismi o isterie. Come il tentativo di volgere tutto al positivo, facendo un confronto con il risultato disastroso del 2001. Quando i due candidati del centrodestra, Cammarata e Musotto, arrivarono quasi al 75 per cento. I dati definitivi li conosceremo meglio e su essi rifletteremo nelle prossime ore. Quello di cui già abbiamo contezza va detto. Intanto si può sottolineare che questa sconfitta parte da lontano. E cioè dalla capacità del centrosinistra di buttare al vento quell´onda gigantesca di consenso che, dal 1993 al 2000, gli consentì di governare Palermo con numeri bulgari. Il capitale di quella stagione è stato dilapidato. Si diceva in campagna elettorale che dalla "primavera" si sarebbe passati all´estate dopo l´inverno del centrodestra. In realtà, la brutta stagione è iniziata quando, nel 2001, il centrosinistra non pose le pur minime basi per non interrompere bruscamente la stagione degli anni Novanta. Leoluca Orlando, che va ringraziato per aver dato ai palermitani una concreta alternativa di scelta, aveva promesso di riaprire, se vincente, quel portone di Palazzo delle Aquile, rimasto a suo giudizio chiuso durante la legislatura passata. Ma quel portone si era già chiuso da tempo e il lucchetto lo aveva proprio messo il centrosinistra sbattendo fortemente la porta del passato, così pregiudicandosi il futuro. Se vuole trovare la combinazione per riaprire quell´ingresso, l´Unione deve essere capace di inaugurare una stagione profondamente diversa. Sul risultato elettorale, pare che la coalizione di centrosinistra possa sfiorare il 40 per cento, ossia un dato che alla vigilia era ritenuto una soglia più che accettabile. Tuttavia è quasi certo che una parte consistente di tale consenso sia da attribuire alle liste che Leoluca Orlando ha messo in pista, le quali si attesterebbero intorno (con Italia dei valori) al 16 per cento. Se così fosse i partiti «storici» dell´Unione, non arrivando neanche al 25 per cento, confermerebbero la forte anemicità strutturale che li caratterizza da tempo e dalla quale non accennano a guarire. Il voto disgiunto, apparentemente, pare attestarsi intorno al 6 per cento, di poco superiore a quello che premiò la Borsellino alle regionali del 2006 e leggermente sotto di quello che lo stesso Orlando ottenne alla regionali del 2001. Va tuttavia sottolineato che anche le liste messe in campo dallo stesso Orlando sono da conteggiare come un valore aggiunto comparabile al voto disgiunto. Sintetizzando, si può dunque affermare che Orlando ha avuto un´eccellente affermazione, donando con le liste circa sedici punti al suo schieramento e togliendo sei punti al suo avversario. Un´enormità. Per ciò che riguarda Diego Cammarata, egli alla vigilia era accreditato, da parte di ambienti vicini al centrodestra, di un risultato di poco superiore al 50 per cento, dunque vicino al rischio ballottaggio che l´avrebbe visto quasi sicuramente soccombente. Invece l´elettorato palermitano ha espresso un sostanziale assenso verso l´amministrazione uscente. La distanza a favore del concorrente della Casa delle libertà, mediamente nove punti netti, e quella ancor più ampia che divide i due schieramenti, circa venti punti, non lasciano spazio ai soliti distinguo del giorno dopo. Peraltro, pare che lo stesso Orlando sia stato battuto da Cammarata proprio nei quartieri popolari, dove sembrava che il primo andasse a vele spiegate. Gestire una vittoria è assai più semplice che amministrare una sconfitta. Quest´ultimo è il compito arduo che attende il centrosinistra. Ci vorrà del tempo per leccarsi le ferite, questa sconfitta per i partiti dell´Unione pesa forse più di quella del 2001. C´è da augurarsi che l´Unione prosegua con speditezza nella costruzione dei due poli, Partito democratico e Sinistra europea, in grado di costituire una doppia forza d´attrazione capace di trovare la via per non soccombere sistematicamente sotto i colpi del centrodestra siciliano. Non più però guardando al passato, seppure glorioso, ma cercando di aprire nuove strade, con nuove biografie e una rinnovata comprensione della società palermitana.

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