lunedì 14 maggio 2007

Voto a Palermo: come potrebbe andare

LA REPUBBLICA PALERMO - SABATO, 12 MAGGIO 2007

Pagina I

L´ANALISI

La variabile popolare nella partita delle liste
FRANCESCO PALAZZO

Tecnicamente il giorno che precede le elezioni è il momento della riflessione e del silenzio, prima che il corpo elettorale decida come comportarsi alle urne. Ma è anche la giornata in cui più convulse si succedono le telefonate, gli sms, le mail e gli incontri. Nel tentativo di tirare su la rete del consenso lanciata - in modo più o meno legittimo - nelle settimane precedenti. Per chi ha puntato sulla compravendita del voto - l´indagine della Digos è in corso e ne sapremo presto i risultati - è facile immaginare che oggi è il momento dell´ultimo richiamo, o magari quello dei pagamenti, della messa a punto dei meccanismi pur collaudati del controllo delle schede. Dopo la defezione televisiva di Cammarata lo si può dire ufficialmente: questa campagna elettorale nel capoluogo si è svolta senza confronti diretti tra i due candidati maggiori, né tantomeno sono stati affrontati in un qualunque contraddittorio i temi cruciali che ancora attanagliano Palermo. Sono prevalse le accuse e le invettive. Sembra che per questa città, o forse per la Sicilia tutta, le tornate elettorali debbano sempre essere uno scontro quasi tribale tra il bene e il male. Non c´è spazio per altro. Non c´è stata neanche una pur formale legittimazione reciproca tra Orlando e Cammarata, come avviene in tutte le democrazie mature. C´è da credere che difficilmente vi sarà il classico scambio di telefonate distensivo tra il perdente e il vincitore. Perché alla fine ci sarà un perdente e un vincitore. E Palermo riprenderà a vivere la sua problematica quotidianità. Per tornare all´agone elettorale, in questo momento, pare si vivano in due modi contrapposti le ultime ore nel centrosinistra e nel centrodestra. Nell´Unione circola un certo ottimismo. E molti si dicono convinti che si vada al ballottaggio. Se il candidato a sindaco dell´Unione vuole essere competitivo deve attestarsi attorno al 48 per cento, cioè prendere sette o otto punti in più del miglior risultato della sua coalizione, atteso intorno al 40-41 per cento. Il voto disgiunto - basandosi sui precedenti «storici» - può anche arrivare a lambire i sette punti in più per il candidato del centrosinistra. Dalle parti del centrodestra ci sarebbe invece viva preoccupazione, non tanto per il risultato delle liste, che appare scontato con la vittoria della Cdl, ma per quello del candidato sindaco. Diego Cammarata, anche se non ce la farà a passare al primo turno, dovrebbe attestarsi non al di sotto del 49 per cento, ossia prendere sette punti in meno rispetto al risultato meno favorevole della sua coalizione, che viene stimato attorno al 56 per cento. Per esperienza di precedenti elezioni, sappiamo che lo scostamento al negativo di un candidato del centrodestra, rispetto alle liste che lo sostengono, può andare, anche se di poco, oltre gli otto punti. Se questo è lo scenario la disputa è sul filo di lana. Un secondo schema, forse più realistico, potrebbe portare l´Unione a rimanere dentro la forbice che va da 37 al 39 per cento, mentre la coalizione di centrodestra potrebbe muoversi tra il 58 e il 59 per cento. In tal caso a Orlando, per arrivare alla soglia competitiva del 48 per cento, occorrerebbero mediamente 10 punti netti in più. E Cammarata, per scendere sotto il 50, dovrebbe perderne mediamente altrettanti. Cosa non impossibile ma più complicata. Questo scenario statistico, chiamiamolo così, non tiene tuttavia conto del fatto che nelle elezioni fanno talvolta irruzione eventi inattesi. E in questo caso l´elemento difficilmente valutabile, che in qualche modo potrebbe far saltare il banco, è proprio il candidato Orlando, visto ancora soprattutto tra le fasce popolari come il sindaco di Palermo. In questi mesi Orlando si è mosso fuori dai partiti che lo sostengono e viene percepito, da sinistra a destra, come un valore aggiunto, nelle condizioni di determinare sorprese in grado di sgretolare tutti i dati consolidati. Vedremo, a urne aperte e a voti contati uno per uno, se è corretta l´impressione di coloro che ritengono aperta la partita o se sono nel giusto quanti pensano di non dovere registrare sostanziali novità rispetto al recente passato.

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