lunedì 14 maggio 2007

Voto nelle circoscrizioni

Pubblicato sul numero di maggio della Rivista Maredolce

Francesco Palazzo

Il 13 e 14 maggio si voterà a Palermo. Si eleggeranno il sindaco e i consiglieri comunali. Si rinnoveranno pure i consigli circoscrizionali, un tempo consigli di quartiere. Come si sa, dai venticinque piccoli parlamenti si è passati alle attuali otto porzioni di territorio che dovrebbero assicurare il decentramento. Decentrare, in questo caso, dovrebbe coincidere con l’avvicinare l’istituzione comunale ai cittadini, con conseguente accrescimento di partecipazione e di pronta soluzione dei problemi specifici che ogni fetta di territorio cittadino presenta. Ma nel corso degli anni non si è mai dato corpo a queste strutture intermedie. Attualmente le circoscrizioni non hanno sostanzialmente nessun potere, né in termini di possibilità di spesa, né in termini di deleghe, cioè di tematiche su cui lavorare autonomamente senza dovere chiedere favori quando si tratta di aggiustare un marciapiede o riattivare un lampione spento. E’ opinione diffusa che, così come attualmente sono strutturati, i consigli circoscrizionali servono a poco, se non a spendere soldi pubblici, e non pochi, per il loro funzionamento. Il Comune di Agrigento ha afferrato il toro per le corna, con una delibera votata dal consiglio comunale ha recentemente cancellato le cinque circoscrizioni esistenti. A maggio, pertanto, gli agrigentini non voteranno per le circoscrizioni. Fuori dalla nostra regione, città come Roma sono andate avanti, istituendo le municipalità, veri e propri comuni dentro la città, in grado di funzionare perfettamente come la struttura amministrativa centrale. A Palermo, come dicevamo, invece si andrà al voto per le circoscrizioni senza poteri. E nella seconda, quindi quella in cui ricade l’azione informativa di questo giornale, ogni cittadino e ogni cittadina in possesso dei requisiti, cioè il corpo elettorale, dovrà scegliere, tra centinaia di facce, quella verso cui indirizzare la propria preziosa preferenza unica. Compito non facile. Se a livello comunale le pressioni che si riceveranno saranno grandi, in ambito rionale la caccia al voto assume dimensioni quasi familiari, essendoci in quasi tutti i nuclei di parentela almeno un candidato o una candidata. Come orientarsi? Innanzitutto, si dovrebbe valutare la possibilità, da non considerare mai remota in qualsiasi consultazione elettorale, di un impegno in prima persona nello schieramento più vicino alle proprie idee politiche e all’interno della lista che più direttamente si percepisce prossima al proprio modo di intendere la vita pubblica. Questo aspetto è molto importante. La politica si vive spesso assegnando deleghe in bianco a gente che vediamo solo per il voto e poi mai più. Dobbiamo sempre aver presente che le elezioni non sono soltanto l’esercizio legittimo del voto, ma possono rivelarsi anche un momento in cui assumersi una responsabilità personale e diretta. Se scartiamo tale ipotesi, non possiamo che orientarci verso uno dei tantissimi candidati in campo nella circoscrizione. I criteri di scelta possono essere diversi. Mettiamo in evidenza quelli che, a nostro avviso, sono i più importanti. Per cominciare, non bisognerebbe nemmeno lontanamente considerare coloro che hanno avuto o intrattengono dei rapporti con la mafia, oppure che frequentano senza problemi persone legate a quel mondo. E non solamente per un ragionamento etico, già in sé molto importante. Ma perché non conviene essere governati da eletti che non fanno gli interessi di tutti, ma quelli delle cosche mafiose che li hanno assoldati e alle quali rispondono in ogni parola e in ogni gesto politico che compiono. Poi, non sono molto appetibili i candidati e le candidate che vi promettono qualcosa di personale, tipo un posto di lavoro, un sussidio una tantum, una banconota di cento euro o altre cosette di questo tipo. Perché anche in questo caso, prescindendo dal fatto che quasi sempre si tratta di promesse fondate sul nulla e che valgono sino al giorno del voto, non c’è convenienza, queste persone infatti non lavorano per l’interesse di tutti, ma solo per favorire pochi. Solo se si lavora per l’interesse collettivo c’è possibilità per tutti. A cominciare dai giovani, i quali, pur studiando con impegno e raggiungendo spesso titoli di studio prestigiosi, sono poi costretti ad andare via dalla Sicilia per trovare un lavoro dignitoso. C’è un altro criterio, che riguarda chi si ricandida. Bisogna chiedere a questi soggetti cosa hanno fatto nei cinque anni precedenti per il territorio della circoscrizione e quali azioni politiche abbiano intrapreso per chiedere con forza, e non solo con i lamenti, una modifica strutturale delle circoscrizioni stesse. Se hanno fatto poco o niente è meglio indirizzare altrove il voto. Ma anche per quelli che si presentano per la prima volta, occorre informarsi della loro vita, chi sono, cosa hanno fatto, perché si candidano. Inoltre, poiché tutti i candidati nelle circoscrizioni appoggiano almeno una candidatura al consiglio comunale, bisogna capire chi sono questi loro referenti cittadini. Senza dimenticare che, pur votando per la persona a livello di quartiere, bisogna avere presente il quadro complessivo della città. E allora, se si voterà per il candidato a sindaco di una determinata parte politica, occorrerà anche preoccuparsi, nei limiti del possibile, di muoversi coerentemente con tale scelta. A questo punto i nostri lettori si chiederanno perché ci accaloriamo tanto per un voto responsabile nelle circoscrizioni se poi sono inutili. Ed è qui che scatta il criterio più importante per orientarsi. Si dovrebbero premiare quelle persone e quella coalizione che più seriamente s’impegneranno, con progetti concreti già in mano, nel trasformare le circoscrizioni da insignificanti, come attualmente sono, a utili, come dovrebbero diventare per migliorare la vita di tutti. E questo è forse l’aspetto più complesso della questione. In quanto tutti, candidati a sindaco, al consiglio comunale e alle circoscrizioni, diranno che certamente si prodigheranno per fare diventare i consigli circoscrizionali degli organismi rappresentativi veri. L’unica strada è informarsi bene per formarsi un’opinione precisa sull’argomento. In modo da poter capire chi vuole fare sul serio e chi intende continuare a perdere tempo su questa fondamentale questione della vita di una città come Palermo.

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